Quando si parla di piercing è naturale preoccuparsi dell’eventualità del problema del rigetto.
I piercing più soggetti sono quelli fatti all’ombelico, alla lingua, al frenulo, al sopracciglio e ai genitali.
Quelli che vengono fatti sulla cartilagine hanno un bassissimo rischio di rigetto, ma queste considerazioni possono variare da persona a persona, in quanto alcuni individui tendono a rigettare più frequentemente rispetto ad altri.
Che cos’è e come si manifesta questo problema?
Il rigetto
Per rigetto si intende la condizione di riufiuto da parte del nostro organismo di un corpo estraneo, che viene introdotto.
Ad esempio si parla di rigetto anche nel campo dei trapianti di organi.
Nel caso dei piercing, durante il rigetto il buco tende ad allargarsi, con lo scopo di far uscire il gioiello.
Sintomi
Il rigetto è un’infezione e quindi quando si presenta i sintomi sono: gonfiore e bruciore della parte interessata, perdite di sangue e ritardo nel processo di cicatrizzazione.
Se avviene a seguito del periodo di cicatrizzazione, non dovrebbe presentare i sintomi appena descritti.
Precauzioni e prevenzione
Come già anticipato alcuni piercing sono più soggetti al rigetto, rispetto ad altri.
Prima di fare il piecing sarebbe meglio fare una valutazione preventiva insieme al piercer, che dovrebbe aver l’esperienza per consigliarvi al meglio su come procedere.
E’ necessario informarsi sul tipo di gioiello che verrà utilizzato, che generalemente deve essere ipoallergenico.
Dopo aver fatto il piercing procedete ad un monitoraggio costante, non solo fino al momento della cicatrizzazione ma anche nel periodo successivo.
Durante il periodo della cicatrizzazione il rigetto potrebbe essere temporaneamente fermato, con la cura dell’infezione. In alcuni casi si riesce a mantenere il piercing senza problemi, in altri è necessario toglierlo ed eventualmente riprovare in un secondo momento.
Però può accadere che un piercing, che sia ben cicatrizzato, potrebbe essere rigettato anche dopo qualche tempo.